Il termine Archetipo significa “prima forma di qualcosa, modello originario” e può essere considerato il principio primo, completo e perfetto.
I primi ad introdurre il termine furono alcuni filosofi greci – archetipo infatti deriva dal greco archè, origine, principio, e typos, modello, esemplare – che lo usarono per riferirsi ai principi universali, ai modelli della realtà già preesistenti.
Tra questi si distinguono le teorie di Plotino (III sec. d.C.) e di Proclo (V sec. d.C.) i quali si riferiscono agli archetipi come ad idee universali presenti nella mente di Dio e da cui è poi derivata la Creazione.
In ambito esoterico si mantiene questa definizione e gli archetipi sono considerati le vibrazioni originarie fondamentali con cui Dio ha emanato l’Universo.
Con Platone e la sua teoria delle idee il concetto di archetipo si fa più preciso quando viene definito l’Iperuranio, ovvero un luogo oltre la materia in cui risiedono tutti i concetti nella loro purezza: lì le idee esistono a prescindere dal mondo materiale e sono principi universali immutabili, non soggetti a trasformazione, come invece accade agli oggetti empirici, i quali rispetto alle idee hanno un rapporto di imitazione o somiglianza.
Pertanto nel pensiero di Platone e nel neoplatonismo l’archetipo è un’idea intesa come modello trascendente delle cose sensibili.