Gli Archetipi

La loro importanza nella conoscenza di sé

Il termine Archetipo significa “prima forma di qualcosa, modello originario” e può essere considerato il principio primo, completo e perfetto.

I primi ad introdurre il termine furono alcuni filosofi greci – archetipo infatti deriva dal greco archè, origine, principio, e typos, modello, esemplare – che lo usarono per riferirsi ai principi universali, ai modelli della realtà già preesistenti.
Tra questi si distinguono le teorie di Plotino (III sec. d.C.) e di Proclo (V sec. d.C.) i quali si riferiscono agli archetipi come ad idee universali presenti nella mente di Dio e da cui è poi derivata la Creazione.

In ambito esoterico si mantiene questa definizione e gli archetipi sono considerati le vibrazioni originarie fondamentali con cui Dio ha emanato l’Universo.

Con Platone e la sua teoria delle idee il concetto di archetipo si fa più preciso quando viene definito l’Iperuranio, ovvero un luogo oltre la materia in cui risiedono tutti i concetti nella loro purezza: lì le idee esistono a prescindere dal mondo materiale e sono principi universali immutabili, non soggetti a trasformazione, come invece accade agli oggetti empirici, i quali rispetto alle idee hanno un rapporto di imitazione o somiglianza.
Pertanto nel pensiero di Platone e nel neoplatonismo l’archetipo è un’idea intesa come modello trascendente delle cose sensibili.

Gli archetipi nella psicologia

Partendo da questi eccezionali presupposti dottrinali, negli anni trenta il padre della psicanalisi Carl Gustav Jung ha individuato negli archetipi le forme primarie delle esperienze vissute dall’umanità nello sviluppo della coscienza.

Egli parla di “forme pure”, come le forme geometriche, che essendo condivise da tutta l’umanità e pertanto presenti nell’inconscio collettivo di tutti i popoli, esse si manifestano come simboli e pre-esistono alla psiche individuale.

Secondo Jung gli archetipi sono “modelli funzionali innati costituenti nel loro insieme la natura umana”.

Anche la musica, la matematica, i sintomi delle malattie, i movimenti del corpo si esprimono tutti attraverso immagini archetipiche che sono connaturate e intrinseche alla psiche umana, e per questo considerate universali.

Tra queste è incluso anche il linguaggio onirico, importantissimo negli studi sui sogni di Jung

Egli infatti riscontrò come certe immagini, concetti e situazioni vissute in sogno e non riguardanti l’esperienza personale degli individui, fossero in qualche modo innate nella mente umana, o meglio, derivassero da quello che egli definisce “inconscio collettivo” che è condiviso ed ereditato dall’uomo assieme al patrimonio genetico.

Pertanto gli archetipi sono un’eredità psicologica inconscia, in quanto secondo Jung l’inconscio personale contiene già quelle forme che fanno parte del suddetto inconscio collettivo e che permettono di trascendere da se stessi, attraverso la funzione simbolica e di procedere in quel processo che viene chiamato individuazione.

Successivamente a Jung c’è stato un suo allievo, lo psicologo americano James Hillman, che ha fornito un ulteriore contributo alla teoria degli archetipi e alla psicologia, scegliendo di polarizzare l’attività psicologica e psicoanalitica in maniera rivoluzionaria su due nuovi centri dinamici: l’anima e l’archetipo.

I dodici archetipi principali

Gli archetipi sono presenti ovunque e il loro numero è indefinito, poichè il numero delle idee/forme originarie è appunto tale. Essi si manifestano nella nostra vita contribuendo a costruire la nostra coscienza individuale e sono dotati di grande energia: a prescindere dalla nostra capacità di riconoscerli, si manifestano in ogni nostra esperienza, nelle storie o fiabe che conosciamo e, come abbiamo visto, nei simboli che ci circondano,
Ad ogni modo, stando al modello del Viaggio dell’Eroe (che vedremo dettagliatamente in una sezione dedicata) sono stati individuati dodici archetipi principali, tutti presenti in ognuno di noi, che agiscono in ogni momento e situazione.

Si è constatato che in particolari momenti della vita le energie di alcuni archetipi possono essere più attive rispetto ad altre.

Negli anni dell’infanzia alcuni sono più attivi di altri, come ad esempio L’Innocente e l’Orfano, che rappresentano proprio i primi anni di vita  fino ai 14 anni, mentre nell’età adulta se ne attiveranno altri e i volumi di manifestazione possono essere più o meno alti, in base al proprio equilibrio e maturità interiori.

In ogni caso agiscono in un movimento spiralico continuo guidandoci su un percorso basato su tre stadi evolutivi e sono costantemente in relazione fra loro.
Chiunque decida di conoscerli può essere in grado di utilizzare le loro energie ed insegnamenti evocandoli dentro di sè in base ai bisogni che la situazione da fronteggiare necessita.

L’ombra

Nella teoria degli archetipi non si può tralasciare di affrontare l’Ombra.

Quando parliamo di ombra ci riferiamo ad un archetipo potente che contiene ciò che ha contribuito a creare due aspetti importantissimi della nostra psiche: tutto quello che ci è venuto a mancare nel bene e tutto quello che abbiamo ricevuto nel male.  E’ la parte ferita di noi o La Ferita a cui si è attaccato il nostro Ego.

E’ come se parlassimo di un nostro alter Ego, quello che viene definito anche il Nemico o Antagonista, il personaggio che nei miti e nelle fiabe interpreta il ruolo del cattivo e che spesso viene rappresentato sotto forma di mostro, drago o demone.

Se veniamo sopraffatti dall’aspetto negativo di un archetipo (il lato Ombra) si attiva la sofferenza che dobbiamo imparare prima a vedere e riconoscere, e poi a dominare, contrastare, impedendole di sopraffarci.

Ogni volta che non permettiamo ad una nostra emozione di esprimersi, questa diventa repressa e va ad alimentare il “magazzino” dell’Ombra, scivolando nell’inconscio. In questo modo diventa sempre più potente perché non le viene permesso di esprimersi. Il compito dell’Io è quello di imparare a riconoscere le emozioni negative permettendo ad esse di esprimersi in qualche modo (coltivando hobby, sport, arte, ecc.), perché solo così può contattare le emozioni positive che si trovano ad un livello più profondo.

In sintesi quindi l’Ombra è quella parte di noi che dobbiamo riconoscere, “illuminare” e di conseguenza integrare, poiché senza di essa saremmo  incompleti.

La conoscenza del funzionamento degli archetipi quindi è di fondamentale importanza in un percorso di consapevolezza e crescita personale, per migliorare la qualità della vita proprio imparando ad interagire con essi riconoscendosi.

Si può conoscere la natura degli archetipi con diversi metodi, partendo dal loro studio e comprensione, utilizzando la riflessione interiore, la meditazione e la contemplazione: è un modo per entrare quindi in relazione con i codici originari dell’universo e dell’essere umano.

Fare proprio il linguaggio dei simboli può essere uno strumento potentissimo che permette di entrare in contatto con la parte più profonda del Sè che porta in connessione con il Tutto.

Rosy Siani

Counselor e Docente