Nel percorso del Viaggio dell’Eroe, contattando l’archetipo del Creatore entriamo in connessione con quella che può essere considerata l’energia canalizzatrice e catalizzatrice delle precedenti risorse archetipiche.
Si tratta di un archetipo che è la massima espressione del potere dell’immaginazione creativa, tramite la quale è possibile creare una nuova realtà. Capacità molto utile soprattutto se la realtà che si sta vivendo non soddisfa più le personali esigenze.

Il Creatore infatti si pone spesso le domande “come posso raggiungere i miei obiettivi?”, oppure “cosa sono disposto a fare per realizzare ciò che voglio?” e trova sempre una risposta o soluzione creativa. Difficilmente si lascia intrappolare da domande che includono i “perchè?” in quanto portano l’attenzione a ciò che è stato, verso il passato.
Questo archetipo offre la possibilità, tramite il potere immaginativo, di visualizzare proprio ciò che non esiste e di attivare le strategie per realizzarlo. Attinge alle possibilità insite nel futuro, progettandone le premesse e sa promuovere nuove consapevolezze trasformative per sé e per la collettività.

Si può dire che in questo modo è possibile determinare il proprio destino, ma con coscienza. Che vuol dire? Significa che si sa attivare la capacità di ascoltarsi, per percepire in quale direzione lo spirito vuole andare, dandogli così il tempo di canalizzare l’energia spirituale di questo archetipo.

Il Creatore è l’archetipo che esprime il potere creativo divino e dell’energia creativa universale in noi.
Rappresenta la capacità di assumerci la responsabilità della nostra vita, accogliendo le possibili chiamate che la vita offre e ci insegna come andare alla ricerca di ciò che è necessario all’atto creativo, sia come materiali che come strumenti.
Certamente l’immaginazione è strumento fondamentale, poichè consente di volare alto, oltre tutte le regole e le varie forme di condizionamento subite attraverso il contesto famigliare, la società e il sistema. Infatti riuscire a trasporre nella realtà ciò che si è immaginato significa dare la possibilità di rendere manifesto ciò che nel futuro già esiste ma che nel presente è stato solo immaginato, percorrendo una strada non ancora esplorata.
Si è in errore credendo di subire dall’alto ciò che si crea nella vita senza percepire di partecipare a quello che accade. L’uomo diviene creatore consapevole quando l’io guida lo spirito e viceversa e quando si inizia a diventare coscienti del proprio ruolo e della propria parte nella creazione si diventa co-creatori con l’intelligenza cosmica creatrice, si diventa fortemente responsabili.
Quando si comprende che non c’è separazione fra l’essere umano e questa Intelligenza Originaria, si comprende anche che questo potere appartiene a tutti ed esso agisce perché è l’intelligenza spirituale incarnata stessa che crea.
Questo archetipo infonde la grande libertà appannaggio della creazione, perché creare significa riuscire ad esprimersi e questo aspetto appartiene agli uomini liberi.
Il Creatore è disposto a pagare il prezzo della sofferenza e della perdita in nome della propria autenticità e libertà.
Chi è condizionato possiede poca immaginazione e si ritrova prigioniero del sistema, il quale ha bisogno di individui schiavi per reggersi in piedi, esseri che credono e si sacrificano per lui, che però li depriva della libera creazione, che è sinonimo di libertà.
Una creazione consapevole anche del fatto che su questo piano terrestre ogni creazione manifesta anche il suo opposto: accettando questo principio ci si liberà anche della dualità che contraddistingue questo piano di realtà.

La vita non consiste nel trovare te stesso. La vita consiste nel creare te stesso.
(George Bernard Shaw)

Quando è attivo il Creatore si è consapevoli anche di avere possibilità di scelta, a partire da quale casa abitare, a che lavoro svolgere o in che nazione vivere, e permette di rendersi conto di essere gli autori delle grandi e piccole decisioni che quotidianamente danno “forma” alla propria vita. Comprendere questo porta a fare un salto di coscienza evolutivo.
Nel momento in cui si è di fronte ad un salto evolutivo è necessario lasciar andare ciò che ha svolto la sua funzione ed è ormai vecchio, altrimenti si rischia di restare appesantiti da zavorre di sofferenza, come per esempio una ferita di abbandono non elaborata.
Qui entra in campo il Distruttore che permette di lasciarsi alle spalle ciò che è ormai passato, ma che magari ancora si fa sentire, perchè non è andato via veramente, provocando ancora dolore.
Il Creatore in questo senso rappresenta l’anello finale del ciclo di vita, morte e rinascita e consente di attingere e mettere insieme le risorse acquisite in passato, mettendole a disposizione nel qui-e-ora per creare una vita orientata verso i sogni del futuro, piuttosto che verso le perdite subite in passato.
L’energia del Creatore inoltre porta a rendere consapevoli che nessuno può vivere la vita al posto di qualcun altro poiché in questo consiste l’unicità dell’essere o la personale vision: ognuno è venuto qui per svolgere una funzione, realizzare un compito, apprendere e insegnare una lezione.

Al maschile il Creatore si pone in una condizione di rottura verso il ruolo tradizionale che non lo vuole vulnerabile, ma virile e tutto d’un pezzo e mai aperto e disponibile all’ascolto con se stesso e con l’altro. Al femminile, la donna accoglie la sua libertà, va oltre lo schema di dipendenza e sottomissione tradizionali e si spinge a ridefinire i canoni della femminilità.
Entrambi sanno destreggiarsi tra la creazione di nuove realtà e quella di nuove forme relazionali e di vita, accettandosi profondamente.
La creazione diventa quindi capacità di totale espressione di sé.

Indubbiamente l’espressione artistica è il potere più grande del Creatore, specie quando esprime lo spirito, che prende forma concreta nella materia grazie agli strumenti usati dall’uomo.
Può diventare arte quando si giunge alla padronanza della tecnica dell’immaginazione, permettendo alla visione di materializzarsi. A questo archetipo appartiene infatti il potere delle immagini e delle visioni e la sua più grande capacità è proprio quella di dare ascolto e poi voce a quei simboli e quelle parole che emergono dall’interno, mettendo a tacere la parte razionale e controllante e lasciando fluire la parte intuitiva, irrazionale.

Lato ombra del Creatore
Il creatore diventa sterile e in ombra quando inizia a creare circostanze negative o limitate.
In questo caso, disconnettendosi dal proprio sé essenziale e profondo, si fa guidare dal Distruttore.
Una tendenza dell’ombra è lavorare tanto, duramente senza creare niente, un lavoro finalizzato se non a rispondere alla propria dipendenza da esso in maniera ossessiva e maniacale, consumando tutta l’esperienza terrena nel lavoro, privandosi di tutte le possibili occasioni di esperienza che la vita può offrire.
Può essere un creatore senz’anima, cioè incapace di immaginare un futuro possibile e tanto meno di realizzarlo, in quanto non riesce a prendersi nè la responsabilità delle proprie azioni, né di essere artefice della propria felicità, poiché scappa dalla realtà invece di affrontarla con spirito creativo
Può diventare arido di iniziativa, di pensiero e d’azione, ritrovandosi in creazioni ripetitive che non sono reali fonti di nutrimento.
Inoltre il Creatore in ombra non riesce a riconoscere la propria originalità autentica e inizia a dipendere dal giudizio e dall’approvazione altrui e del rispetto alle norme sociali, restando condizionato, in maniera più o meno consapevole, dal passato.

L’insegnamento ed il dono che è offerto dal Creatore è il coraggio di crearsi la propria vita nella piena consapevolezza non solo di ciò che si fa o si vuole, ma anche di ciò che si è, magari anche vulnerabili, scoperti e indifesi.
E’ la capacità di conoscere profondamente il potere personale di dare una direzione alla propria vita facendosi guidare dai propri bisogni, valori e sogni
E’ quindi un lavoro di giochi di equilibrio, di ascolto interiore, di capacità di affrontare i propri demoni. Tutto questo non è altro che adattamento tra la paura e l’eccitazione per ciò che si vuol creare e ciò che si ha già.