Il potere della trasformazione

Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala.
L’audacia ha del genio, del potere, della magia. 

(Goethe)

Con questo archetipo siamo nella fase del percorso dell’Eroe che è il Ritorno a casa, una fase importantissima del cammino in cui si sono acquisite tante consapevolezze, soprattutto rispetto alle personali capacità e talenti.
E’ un archetipo con la cui energia è possibile varcare molte soglie di consapevolezza, arrivando a toccare i confini di ciò che l’uomo ritiene impossibile ed irrealizzabile. Con esso si può accedere alla lettura della realtà attraverso diversi stati di coscienza, in ciascuno dei quali si può conoscere la verità.
Per questo il mago è un archetipo di indiscutibile fascino, in quanto smuove memorie ancestrali che spostano l’attenzione al potenziale extra umano, alimentando fantasie che connettono all’immaginifico mondo delle fiabe, del divino e dell’irreale.

Tant’è che quando l’impossibile diventa realtà immediatamente si usa la definizione di magia o, per credenza religiosa, miracolo.

Già dal secolo scorso il richiamo verso il mondo magico, spirituale, esoterico e misterico si è fatto sempre più impellente, consentendo la nascita, o meglio, la rinascita di pratiche ancestrali messe al bando da poteri oscurantisti. L’energia che apparteneva agli antichi maghi, agli alchimisti, ai guaritori secondo natura e alle streghe, dopo secoli di soppressione, è quindi tornata in auge, permettendo nuove forme di conoscenza e apertura sui potenziali extra, o superpoteri innati nell’essere umano.

L’obiettivo di questo archetipo è far si che si attivi la forma più pura di coscienza, attraverso il controllo della psiche e degli istinti, affinché si possa cambiare sé stessi e l’ambiente circostante. Tale operazione alchemica è sempre dall’interno verso l’esterno, per cui il Mago è consapevole che il cambiamento avviene prima in sé per poi poterlo emanare nel mondo.
Infatti il termine che meglio definisce l’operato del mago è sicuramente “trasformazione”: questa energia spinge infatti la coscienza umana ad andare oltre i limiti mentali e i preconcetti ed attiva le infinite possibilità che invece la vita offre, consentendo la sperimentazione e trasformando di conseguenza la realtà. In quest’ottica si definisce metafisicamente anche il processo di morte e rinascita in cui l’individuo, affrontando i propri demoni interiori e sconfiggendoli, muore a sé stesso per poi rinascere più evoluto.
Per questo è un’energia molto potente, in quanto consente di mettere in campo tutte le capacità inespresse connaturate all’essere umano, di cui si è consapevoli solo a tratti (per non dire del tutto inconsapevoli…)
La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile. E imparare le lezioni di entrambi i mondi. (Paulo Cohelo)
Ma quand’è che si entra in contatto con il proprio “mago interiore”?
Si dice che il mago è in grado di trasformare i sogni in realtà, per cui il campo primario di manifestazione è sicuramente quello della fase onirica, in quanto nel sogno si hanno delle visioni e ci si muove manifestando delle capacità inesprimibili nella vita reale, tipo volare, attraversare i muri o parlare lingue sconosciute. In questo senso si può intuire che il processo che dà vita a questa energia si attiva dalla parte conscia che entra in contatto con la parte inconscia, lasciandone traccia nella memoria, come se quell’esperienza fosse realmente accaduta. In realtà tutto si è svolto in una dimensione meno densa della materia, un piano definibile più sottile in cui le regole del mondo materiale sono completamente sovvertite.

E’ proprio questo il campo primario in cui opera il mago, quello dove crea la realtà ed in cui non fa agire l’IO, ma lo spirito. La psiche viene usata dal mago infatti per incanalare lo spirito che si manifesta attraverso l’esperienza conscia. Lo strumento principalmente usato è l’intuito, ovvero quella forma elevata di pensiero connessa ai piani immateriali dello spirito. In tutto questo l’aspetto mentale non entra assolutamente in azione, in quanto nel territorio della psiche si esula dalla razionalità.

Molto spesso seguire l’intuito può significare cogliere certe “coincidenze” o sincronicità che sfuggono ad un occhio comune, oppure il dover seguire una via di solitudine: il mago non sempre è circondato da gente, in quanto attira prevalentemente solo chi è nella sua stessa frequenza vibratoria. Le modalità con sui si esprime il mago, ovvero le sue caratteristiche, sono svariate e vanno dalla capacita di cura e guarigione a quelle di istruire e consigliare. Se ci facciamo caso, in ogni reame che si rispetti c’è sempre un Mago accanto al regnante, insieme ad un Saggio. Spesso queste due figure, mago e saggio, coincidono, perché il Mago ha anche funzioni di consigliere, essendo a conoscenza delle leggi naturali, mistiche ed universali. Per questo ritorna utile il suo intervento con l’uso di arti sottili per difendere il regno quando il Re non ha le possibilità di farlo, o in sua assenza, e lo aiuta a creare nuove regole per governare, consapevole di muoversi sempre per il processo evolutivo. Il benessere dei singoli e della collettività sono la sua priorità e sa bene che ordine e pace all’esterno sono in stretta connessione con l’ordine e la pace interiori, per questo grazie alla sua capacità di vedere nell’invisibile, agisce per aiutare l’evoluzione degli individui consentendo la trasformazione delle coscienze.

Infatti se è attiva questa energia si è capaci di vedere oltre la percezione comune, che si muove attraverso il filtro delle ferite emozionali. Pertanto, essendo consapevole dell’interconnessione tra tutte le cose visibili e invisibili, il mago è considerato un guaritore di ferite sia fisiche che psichiche, in quanto ha la capacità di riunire in sé tutti gli ambiti della guarigione.

Quando è in azione questo archetipo si è in grado di vedere coscientemente le situazioni limitanti e frustranti diventando capaci di trasformarle in opportunità, rendendo così le negatività, sia interiori che esteriori, uno strumento evolutivo. Questa capacità viene chiamata “integrazione” del sé e degli opposti, dove il senso di integro è equiparabile a “sano”, quindi intero, senza separazioni di sorta. E’ quindi sottintesa la capacità individuale del prendersi cura della propria persona, di auto guarirsi assumendosi la responsabilità della propria vita sotto tutti i punti di vista, senza separazione tra corpo, mente, cuore e spirito.
Un mago capace si distingue principalmente per il saper usare la parola, il nominare, intesi come abilità di manifestare lo spirito attraverso la parola e quindi di guarire. Egli deve conoscere le cosiddette formule o parole magiche che servono per manipolare e trasformare la realtà. Gesù infatti raccontava parabole tramite le quali istruiva e guariva, il Budda faceva altrettanto, come anche nelle tribù lo stregone o sciamano intratteneva nel cerchio tramite racconto in cui incantava l’assemblea. La parola è quindi un’abilità già in possesso dell’archetipo del Creatore, in quanto in grado di creare o distruggere, che nel mago si sublima e diventa strumento di grande potere.
Con il Mago si entra in contatto anche con l’aspetto legato alla sacralità e alla trascendenza di cui l’essere umano ha bisogno nella realtà quotidiana, applicando la capacità di plasmare e creare la realtà attraverso meditazioni, formule, preghiere, rituali simbolici e magici per soddisfare i propri bisogno e desideri. In tal senso l’atto magico-ritualistico, svolto sia personalmente che in gruppo, consente di raccogliere, indirizzare e potenziare le energie nella richiesta ad una divinità o semplicemente all’universo, per sé stessi o per l’intera comunità.
Tra le caratteristiche peculiari che indicano la forte presenza di questa energia emergono la curiosità intellettuale e la passione per lo studio, predisposizione e passione per la tecnologia, la capacità di inventiva e creativa e la capacità di riflessione. Diciamo che se queste caratteristiche non sono innate, si possono anche sviluppare dedicandoci tempo ed attenzione. Infatti solo chi è disposto a dedicare la propria esistenza alla conoscenza, applicandosi con amore per lo studio, può manifestare le capacità di cui deve essere detentore il mago.
Lo studio unito alla costante pratica, permette di accedere a quei segreti inaccessibili ai più, inoltre la padronanza degli strumenti tecnologici ed il loro utilizzo consente al mago di raggiungere i suoi obiettivi realizzando moderni incantesimi.
Il Mago porta un’energia fatta di responsabilità, per cui è tenuto ad agire in maniera riflessiva e non impulsiva, proprio per questo si connette all’archetipo del Saggio in quanto deve essere in grado di prendere decisioni importanti senza cedere alla sua parte ombra.
Le attività o professioni che portano l’energia di questo archetipo sono gli inventori, gli scienziati, gli psicologi, gli insegnanti e i sacerdoti (anche esorcisti) e poi ovviamente sciamani, stregoni, alchimisti, ma anche guaritori e sensitivi-veggenti.
Una delle espressioni del Mago è il Bambino magico.
Lo incontriamo quando è in campo l’energia dell’archetipo dell’Innocente nella sua definizione più pura. Infatti questa energia si muove utilizzando la magia naturale insita nel bambino e rappresenta l’umana capacità di utilizzare il pensiero magico tipico dei bambini per sovvertire la realtà senza attivare un processo logico, razionale, al fine di realizzare la propria visione.
Il Bambino Precoce invece è il primo stadio in cui si manifesta questo archetipo ed emerge quando il bambino si muove per esplorare il funzionamento delle cose e conoscere il mondo che lo circonda, manifestando curiosità e stupore, aspetti che lo portano ad investigare ed esplorare per soddisfare la sua sete di conoscenza. Ma se viene meno l’innata curiosità dell’infanzia e dell’adolescenza ecco che possono emergere i lati ombra dell’individuo in crescita, esternando un totale disinteresse per ciò che lo circonda, unito a svogliatezza, se non che per attività superficiali e poco impegnative, come giocare ai videogames e guardare programmi spazzatura. In realtà, dietro questa mancanza di interesse, si cela la paura di rischiare in tutti i sensi, che sia del fallimento o di sentirsi inadeguato.
In altra ipotesi può emergere la tendenza manipolatoria che si esprime con estrema perspicacia per dimostrare le proprie capacità e la propria superiorità facendo ricorso all’inganno e, appunto, alla manipolazione. Inoltre quest’ombra porta il desiderio di mostrare se stessi e interesse per le apparenze, anche quando non può permetterselo.

Si può ovviare a queste tendenze ombra permettendo al ragazzo di coltivare la sete di conoscenza invitandolo a condividere, come un se fosse un tutor o un insegnante, esortandolo a divulgare tra i suoi pari le sue conoscenze ed esperienze.

Lato ombra del Mago

Se c’è un archetipo che può cadere vittima dell’ego, espresso con il desiderio di potere, questo è certamente il Mago. In tal senso deve perciò tenere sempre alto l’esercizio della disciplina per non cadere nei tranelli egoici trasformandosi in un manipolatore: la grande conoscenza a disposizione può portare infatti a voler ingannare gli altri per un ritorno personale. In questo periodo storico, se è pur vero che c’è un grande risveglio e ritorno alle antiche pratiche e conoscenze, sono davvero pochi quelli in grado di trasformare le informazioni acquisite in vera conoscenza. Questo perchè si può cedere alla pigrizia, altra forma ombra di questo archetipo, in quanto il lavoro su di sé e lo studio richiedono tempo e dedizione, risultando impegnativi. Pertanto si manifesta la tendenza a svicolare, facendo in modo di ottenere in breve tempo risultati e successo senza troppo impegno, imboccando scorciatoie e scuse pur di rimandare l’azione e l’impegno. Il risultato così ottenuto è scarso e non porta alla vera realizzazione.
Manipolazione, pigrizia e tendenza alla procrastinazione si muovono sullo stesso piano energetico e si attraggono vicendevolmente, in quanto mostrano la tendenza comune a voler ottenere risultati senza doversi in realtà impegnare.
Con questa conoscenza superficiale e carente ecco che invece di integrare le parti ombra se ne lascia guidare, dimostrando arroganza ed egocentrismo oltre a manie di grandezza.
Per paradosso invece può sentirsi impotente e invece di esprimere potenzialità mette dei limiti ed ostacoli, anche usando parole e concetti negativi: in questo modo, sminuendo persone e possibilità, seppur involontariamente, si sta praticando magia nera.
Altri lati ombra si esprimono nella trasformazione da mago buono bianco a mago nero malefico, entrando in contatto con forze oscure che inducono a modificare in negatività tutto ciò che è positivo. Così invece di guarire e dare saggi consigli ecco che il mago nero inizia ad usare il suo potere personale distruttivo molto forte per ingannare, deprivare e distruggere, trasformandosi a piacimento con il puro scopo di fare del male. Usa così i suoi incantesimi per manipolare le sue vittime e si muove con superbia, usando i suoi poteri per controllare mentalmente ed emotivamente gli altri, che sono totalmente inconsapevoli dell’energia con cui hanno a che fare.

La magia non è né buona né cattiva.
È uno strumento, come un coltello.
Un coltello è cattivo?
Solo se lo è chi lo impugna
Rick Riordan

Se c’è una cosa di cui essere certi è che l’energia del mago è presente in tutti, in quanto ognuno la sperimenta spontaneamente quando sogna o immagina. Il cambio avviene quando se ne diventa consapevoli e si vuole agire per cambiare la propria vita appunto consapevolmente.
Quella della Magia è un’arte in grado di trasformare la realtà, accedendo a quei piani in cui, non esistendo spazio e tempo, è possibile viaggiare tra i mondi invisibili e innescare nuove modalità di percezione in grado di migliorare la propria esistenza e quella di coloro che ci circondano, con l’obiettivo di creare un mondo migliore e, soprattutto, evoluto.