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Il primo di Agosto celebro, come tutti gli altri sabbat, anche questo rituale legato all’abbondanza e benedizione del raccolto per propiziare un inverno benevolo e senza mancanze.

I Celti il 1° agosto celebravano questo sabbat detto maggiore dandogli il nome di Lughnasadh (termine gaelico che vuol dire proprio “primo di agosto) o Lammas, che nel folklore britannico vuol dire “messa della pagnotta”, legato alle offerte propiziatorie di pane preparato con il primo raccolto. E’ un giorno in cui si propizia l’abbondanza per i mesi a venire.
Ho sempre trovato molto affascinante che i Celti, come buona parte delle antiche popolazioni precristiane, dessero un enorme valore alla ritualità, con queste celebrazioni dette sabbat o sabba, legate a Madre Terra, a cui mettevano una cadenza di circa 43 gg tra una celebrazione e l’altra.
In questi 8 riti, che includevano le 4 celebrazioni dei solstizi e degli equinozi, venivano fatte offerte a divinità varie le quali davano anche il nome alle celebrazioni stesse, venivano onorati Sole e Luna, coinvolgendo i 4 elementi insieme allo scorrere delle stagioni, seguendone i ritmi spontanei e naturali, portando così amore ed attenzione alla Terra.
Cura particolare veniva data all’allestimento degli altari in onore delle divinità, carichi di doni e simboli.
Questa di Lughnasad, che per i Celti è una festa di fertilità, di ringraziamento per il pane, che rappresenta il primo frutto del raccolto, per Greci e Romani era la festa di Demetra e del Sole.
Ma è anche una festa di morte e rinascita. I Celti la dedicavano al dio Lugh, figlio adottivo della Dea Tailtiu, la quale perse la vita mentre preparava con passione le pianure irlandesi all’agricoltura. Dopo la sua morte, suo figlio fu incaricato di radunare le popolazioni durante il raccolto, ricordando che il corpo materiale della Dea Tailtiu era proprio la Terra, per la quale ella si era sacrificata.
In questo rituale ritroviamo sia l’unione rituale del sabbat di Beltane, delle nozze divine celebrate a maggio, sia il rituale sacrificale, in armonia con i sentimenti di morte che simboleggiano questo momento pre-autunnale: anche Lugh muore con la fine del raccolto per poi rinascere con la sua unione alla Dea.
La festa quindi ricorda il sacrificio del Dio Grano che, per dare nutrimento alla popolazione, nel suo ciclo di mietitura-morte andrà poi a rinascere sotto altra forma, come farina, pane o altro.
I celti festeggiavano questo rituale con giochi, gare e banchetti, mostrando la velocità dei propri cavalli e la forza degli uomini che si sarebbero poi dedicati al raccolto, ma, essendo Lugh il dio delle arti, si dilettavano anche in competizioni poetiche e musicali.
Il significato di questo rituale è quindi quello della propiziazione all’abbondanza, alla fertilità nelle nostre vite.
E’ un momento di riflessione e di preparazione del futuro: è una festa di trasformazione, di passaggio e ci suggerisce di riflettere sullo scorrere degli eventi, sui cambiamenti che l’esistenza di ognuno porta e di accettarli, migliorando ciò che possiamo e portando la nostra vita ad un livello più alto di creatività, per poter affrontare bene il nuovo anno di crescita che ci aspetta.
Buona festa di Lammas e tanto pane benedetto per tutti!

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