Ruota dell'Anno e Sabbat Rituali

Con la definizione di “Ruota dell’Anno” ci si riferisce ad un antichissimo calendario d’origine pagana ed usato tra il popolo Celtico.
Non è possibile intendere la Ruota come un calendario vero e proprio, almeno come lo consideriamo noi oggi. Per gli antichi era considerato come una mappa di accesso ai codici rituali necessari alla connessione tra Terra e Cielo.
Sta a rappresentare il susseguirsi naturale delle stagioni, ma anche il ciclo vitale e lo scorrere del tempo che non era concepito come una sequenza lineare ma appunto come un movimento circolare o ciclo  eterno di vita, morte e rinascita (dal greco “kyklos” che significa cerchio).
Un simbolo idoneo a definire tale concetto è il serpente che si morde la coda che rimanda proprio a questa concezione legata alla ciclicità di tutte le cose.

Anticamente tutto veniva ascritto all’interno di un ciclo, pensiamo al ciclo lunare mensile, a quello stagionale, ai cicli più grandi delle Ere.
Tutto era percepito con un ritmo ed energia propria ed ogni momento considerato di passaggio, era intriso di sacralità, per questo venivano celebrati  riti propiziatori che coinvolgevano tutti: potevano parteciparci tutti gli esseri del mondo vegetale e animale.
Questi riti avvenivano con la celebrazione di otto Sabbat (o sabba), suddivisi in quattro sabba maggiori e quattro sabba minori.

Utilizzando il simbolismo delle stagioni la Ruota si muove per accompagnare nel viaggio della Vita, dalla nascita alla vecchiaia includendo il simbolismo di morte e rinascita. Ogni periodo importante dell’anno, viene così a corrispondere ad un momento della Vita, in equilibrio tra Cielo e Terra.

L’antica sacralità faceva sentire l’essere umano connesso al tutto e al Divino ed anche il più piccolo granello di sabbia veniva sentito intimamente connesso al Tutto. L’uomo si sentiva parte dell’universo, anello fondamentale di una catena di legami sottili ed indistruttibili.

Nei periodi critici del passaggio, le festività celebrate con i riti avevano lo scopo connettere l’uomo alle forze cosmiche, affinché l’uomo potesse aiutare il mondo ad allinearsi alle eterne leggi della Natura senza sopraffarle.
I riti celebrativi delle festività quindi si potevano considerare come formule di apertura di portali dimensionali, che  concedevano periodicamente l’accesso e lo scambio con dimensioni superiori o non terrene, amplificando la connessione con le energie divine.

I due cicli della Ruota: equinozi e solstizi e le 4 stagioni

I popoli dell’antichità avevano il dono di considerare ogni fine come un inizio e viceversa, pertanto ogni cosa esistente aveva un coinvolgimento con il tutto sia spirituale che materiale. Tutto si muoveva secondo questi principi.
Nel ciclo della Ruota dell’Anno troviamo così a loro volta due cicli: il primo è quello del Sole con il ciclo degli equinozi e i solstizi, simbolicamente rappresentativi di nascita, maturità, vecchiaia e rinascita del sole stesso; il secondo è legato alle 4 stagioni e si aggancia alle gesta delle divinità collegate alla Terra e agli animali e alla loro coltivazione e cura. I temi fondanti sono semina, fioritura, maturazione e raccolta. I due cicli sono separati, ma allo steso tempo interconnessi.

Gli otto “spicchi” della Ruota duravano quarantacinque giorni circa e il culmine era rappresentato dal giorno di festa, il cosiddetto Sabbat (che nulla ha a che vedere con rituali demoniaci), corredato di un rituale specifico legato ai quattro elementi, al momento specifico della natura e ad una o più divinità.
Come vedremo, i nomi delle festività-sabba della Ruota sono tutti di origine celtica, perché è a questo popolo che si deve una nutrita schiera di divinità e tradizioni legate sia ad essi che alla Madre Terra, sebbene si siano trovate incredibili similitudini  nelle usanze e tradizioni delle popolazioni mediterranee, alle quali si sono poi sovrapposti i significati del cristianesimo e cattolicesimo.

La festività che di solito viene indicata come prima, essendo considerata l’inizio dell’anno, è Samhain, ai più noto come Halloween, mentre l’ultima è Mabon, collegata all’Equinozio d’Autunno.
L’ordine è questo:

Samhain (31 ottobre -1 novembre)
E’ il giorno in cui il Dio muore e simboleggia la fine della fertilità dei campi.
E’ la festa della fine e del principio, per questo è considerato il capodanno come anche la fine dell’anno. Siamo all’ultimo raccolto prima dell’arrivo dell’inverno. E’ il momento magico per eccellenza, in quanto il confine tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, si assottiglia e tutto diventa più percepibile. La Dea si prepara a scendere nel Mondo Infero o Sotterraneo per restarci, nel simbolismo come i semi piantati, fino a Primavera.

Yule – Solstizio d’Inverno ( intorno al 21 dicembre)
Si calcola in relazione alla posizione del sole, quando questo ha raggiunto il punto più lontano. Nel simbolismo il vecchio Sole muore ritualmente mentre la Dea partorisce il Nuovo Sole Bambino.
La rinascita del Dio avviene per intercessione della Dea

Imbolc ( 1 o 2 febbraio)
E’ la festa di Brigid, la Dea del Fuoco, ma anche dell’Acqua, della Creatività e dell’Ispirazione.
In questo periodo il nuovo Sole, nato a Yule, muove i primi passi.
E’ il tempo per la purificazione e per prepararsi alla rigenerazione.

Ostara o Eostre – Equinozio di primavera (intorno al 21 marzo)
Il periodo coincide, pressappoco, con la Pasqua cristiana, perchè il Dio, definitivamente risorto, si avvia al suo massimo splendore, simboleggiato l’allungarsi delle giornate e l’arrivo di nuove gemme sulle piante, che simboleggiano la Dea che porta nuova vita.
Qui si calcola quando il sole attraversa l’equatore procedendo verso nord.
Trattandosi di un equinozio qui  Luce e Tenebra sono in equilibrio e la Vita ritorna facendo risvegliare la Natura.

Beltane o Beltaine (1- 2 maggio)
E’ conosciuto anche come Calendimaggio e celebra la sacra Ierogamia, ovvero il sacro incontro tra il Dio e la Dea, uniti nell’amore che nutre la terra.
Ci stiamo avvicinando all’estate e ci si prepara per i prossimi raccolti.

Litha – Solstizio d’Estate (intorno al 21 giugno)
Si festeggia anche con il San Giovanni cattolico, che cade il 24 giugno.
Viene detto anche Mezza Estate, e si verifica quando il sole raggiunge il punto più vicino alla Terra. E’ il giorno più lungo dell’anno, il momento dell’Unione tra Terra e Cielo, celebrazione del Fuoco e dell’allegria.

Lughnasadh o Lammas (31 luglio/1-2 agosto)
E’ la festa di ringraziamento al Sole che, seppur in modo impercettibile, incomincia il suo lento declino.  Si ricomincia la semina per cui il seme del sole è già nel grembo della Madre ed è il periodo in cui la Terra offre la sua massima abbondanza.
Segna il culmine dell’estate e dei raccolti celebrando l’abbondanza e la prosperità data appunto dai ricchi raccolti.

Mabon o Modron – Equinozio d’Autunno (intorno al 21 settembre)
Siamo arrivati al primo giorno d’autunno, degli ultimi raccolti. Ci prepariamo al periodo dell’anno di riposo, rilassamento e riflessione, per questo è considerato il periodo della ricerca dell’equilibrio per rilassarci godendo dei frutti dei personali raccolti. E’ un periodo per porre fine ai vecchi progetti per prepararci al nuovo che arriva. Nell’antichità venivano celebrati i Misteri Eleusini, riferiti alla discesa della Dea Persefone nel regno infero del Dio suo compagno, e il conseguente sonno della Terra.



Samhain: il Tempo dell’Anima
E’ giunto il Tempo più prezioso e necessario dell’anno.
Tempo di riposo e di ascolto silenzioso.
Ci siamo regalati un ultimo giorno di follia e poi da oggi… dedichiamoci il silenzio.
Il tempo della Morte, intesa come fine di ciò che non serve più è arrivato.
E’ Tempo di prepararsi ad accogliere il Nuovo.
Per l’opinione comune, derivata anche dalla tradizione cattolica, questo periodo di Ognissanti o dei Defunti, è dedicato al ricordo non solo dei cari trapassati ma anche di tutti gli esseri che hanno manifestato santità nella propria vita.
Ultimamente abbiamo importato la tradizione Anglo-Americana moderna in cui viene chiamato Halloween, contrazione di All Hallows’ Eve che tradotto significa “Notte di tutti gli spiriti sacri”.
Ma le sue origini sono molto più antiche.
Già i romani dedicavano la festa a Pomona – dea dei frutti e dei semi – o ai morti, festa chiamata Parentalia.
Mentre i Celti chiamavano questo giorno Samhain, che significa Summer End, ovvero fine dell’estate.
Per me è invece un periodo dedicato all’Anima in generale, nello specifico alle sue profondità. Quelle che è necessario scandagliare, proprio perchè richiedono accudimento ed ascolto.
Per farlo, abbiamo bisogno di eliminare ciò che è esteriore, di lasciar andare quegli attaccamenti e aspetti di noi che non appartengono alla nostra essenza.
E’ l’inizio del tempo in cui finalmente stiamo con noi stessi, per ritrovarci, per prepararci adeguatamente a confrontarci di nuovo con il mondo.
Una grande opportunità se osserviamo le cose in questo modo.
Gli antichi lo sapevano.
E’ pertanto il momento magico di trasformazione, perchè tutto cambia e dallo stare “fuori” si inizia a stare “dentro” noi stessi, proprio come il seme entrato nella terra giace accudito per generare nuova forma e vita.
Samhain è infatti tempo di passaggio, la soglia, la conclusione e l’inizio.
Precisamente è l’inizio dell’attesa, del tempo interiore della preparazione, del buio da cui tutto ha inizio, il vuoto silenzioso iniziale che deve essere, perchè possa compiersi la nascita o la rinascita.
Samhain è anche una porta aperta fra le due dimensioni del tempo e delle esistenze.
Come dicevo, i nostri Antenati conoscevano bene i cicli e sapevano che la Natura detiene un grande potere di guarigione se la si ascolta e segue.
Sfruttate questo momento per meditare a lungo sulla necessità di lasciarsi alle spalle le cose vecchie, anche se doloroso, come ad esempio un amore finito che ci ostiniamo a voler portare avanti, vediamo Samhain come occasione per trasformare qualcosa di noi che ci crea sofferenza o per cercare di eliminare vizi e dipendenze come il fumo o l’alcol.
Un pensiero va dedicato ai cari che ci hanno lasciato.
Ma soprattutto ricordiamoci che la Vita è un movimento eterno che si muove con i ritmi dell’Anima che la mente non ha.

Ora la luce si spegne.
Per poi riaccendersi a Yule, a Natale.
Tempo in cui il Sol Invictus tornerà a splendere.

Buon Samhain di Ascolto!

Yule il Natale del Sol Invictus: il Vecchio Sole fa strada al nuovo Sole Bambino

Natale si avvicina, festa riconosciuta in occidente come la più importante dell’anno, perché rappresenta il ritorno della Luce sulla Terra.
Il Solstizio d’Inverno è il giorno più breve dell’anno e quest’anno cade il 21 dicembre alle ore 16,59 ore italiane e a seguire, dal 22 dicembre, le giornate ricominciano poco alla volta ad allungarsi.
In sintesi astronomica, il sole, nell’itinerario che percorre osservato dalla Terra, toccherà il punto più basso.
C’è da dire che questo periodo, che i popoli nordici chiamavano Yule (dal norreno Hjól “ruota” intesa come ciclo), è sempre stato un momento di passaggio molto sentito, ricco di valenze simbolico-magiche e dominato da miti provenienti dall’antico passato.
Nei primordi due temi principali si intrecciavano e si sovrapponevano: uno era la morte del Vecchio Sole e la nascita del Sole Bambino, l’altro era il tema legato alla natura che narrava la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re dell’Anno Uscente, ad opera del Dio Quercia, Re dell’Anno Nuovo.
Un terzo tema, forse meno antico e nato con le prime civiltà agrarie, celebrava sullo sfondo la nascita-germinazione di un Dio del Grano…
Inoltre il Sole è sempre stato considerato una divinità, Dio Sole, per cui la diminuzione del suo calore e della sua luce veniva interpretata come segno di vecchiaia e declino. Così è necessario scacciare l’oscurità prima che il sole scompaia per sempre.
La festività di Yule è quindi festa sia di morte che di trasformazione e rinascita: il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della Dea, all’alba la Grande Madre Terra dá alla luce il Sole Dio.
Metafora che ritroviamo anche nel Vangelo di Giovanni “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”
Nel simbolismo quindi la Dea rappresenta la vita insita nella morte, perché anche se ora ella è la regina del gelo e dell’oscurità, presto metterà al mondo il Figlio della Promessa concepito grazie al suo amante il Sole, il quale la renderà di nuovo feconda e madre, riportando calore e luce nel suo regno.
Il simbolismo in sintesi è questo:
anche se i giorni più freddi dell’inverno devono ancora arrivare, sappiamo che con la rinascita del sole c’è il ritorno della primavera.
La parola “Yule”, che da nome alla festività, si è visto che deriva dal norreno Hjól, che significa “ruota”, ciò fa riferimento al fatto che nel solstizio il sole si trova nel punto più basso dell’orizzonte e da lì inizia a risalire, come nuovo ciclo vitale e naturale.
Secondo altri, la parola “Jo’l” è stata ereditata, dalle lingue germaniche, da linguaggi pre-indoeuropei, ma in ogni caso è di origine nordica: ancora oggi nelle lingue scandinave il termine “Jul” indica sia il Solstizio d’inverno che il Natale.
  • I temi mitologici e simbolici di questa festa –
La nascita del Figlio della Luce:
E’ necessario proteggere e nutrire la piccola luce appena nata, lottando contro le forze oscure che nella notte della sua nascita parrebbero trionfare.
La Madre che va in esilio, si nasconde:
la scintilla di luce che è appena nata è destinata a sconfiggere le tenebre, ma potrà farlo solo successivamente, perché ancora troppo debole. Per questo motivo essa va protetta e nascosta. Non può crescere all’esterno dove sarebbe sopraffatta, ma all’interno, paradossalmente proprio in seno a quell’oscurità che la cerca per annientarla.
In tutte le mitologie che fanno riferimento a questo periodo il Figlio della Luce è nascosto e sua madre o lo cerca per ogni dove disperata oppure parte in esilio con lui.
Il sacrificio solare:
La Luce appena nata deve riceve un nutrimento a essa simile. Nelle diverse mitologie questo è rappresentato con la morte di qualcuno al posto del figlio della Luce.
Per esempio, nella mitologia egizia, la morte di Osiride permette il concepimento e la nascita di Horus.
Il significato esoterico è abbastanza semplice:
il vecchio sè, seppur simile al nuovo sè, deve morire perché la rinascita avvenga: antiche esperienze nutrono le speranze di domani, ma esse devono necessariamente appartenere al passato (quindi al regno di ciò non è più) perchè ci sia un presente ed anche un futuro.

Molti sono i riti propiziatori che si svolgono in questi giorni, ma mi riservo di parlarne successivamente, visto che le tradizioni si intrecciano creando magica tanta attesa, ma anche tanta poesia: in ogni Natale che si rispetti la dolcezza non manca mai.

Buon Solstizio d’Inverno, che luce arrivi nei vostri cuori e nelle vostre vite!

1 Febbraio: Imbolc, la Regina della Luce
Imbolc è un altro Sabbat Maggiore di origine celtica (appartenente anche con altri nomi alle culture prepagane) che si celebra l’1 Febbraio ed è anche il giorno in cui si festeggia la dea Brigit i cui riti ci sono stati tramandati dal folklore irlandese e da alcune zone della Scozia.
La Dea Brigit La conosciamo trasformata in Santa Brigida nel cattolicesimo.
Chi proviene dalla formazione cattolica conosce questo giorno come la Candelora (esattamente il 2 Febbraio) giorno in cui vengono benedette le candele: come tutti i riti legati ai cicli della natura, venne incorporato nelle festività dell’allora religione nascente, ed è inteso come celebrazione per il risveglio della Luce.
Infatti le giornate si sono andate progressivamente allungando, se ci avete fatto caso, già da dopo Natale (Yule o solstizio d’Inverno) e ci stiamo avvicinando alla primavera, periodo in cui i semi che si stanno trasformando in tenere piantine vedono la loro prima luce e tutta la natura riprende vita.
Imbolc è, nella Ruota delle Stagioni o Ruota dell’Anno celtico, una delle feste dette del Fuoco, inteso però come luce e non come calore, perchè siamo nel clou nelle giornate più fredde dell’anno, popolarmente dette della Merla, e non è detto che la neve non cada.
La luce però è cambiata, è più intensa e lo si vede: ha un chiarore quasi bianco che entra negli occhi e pervade di nuova energia tutto il corpo.
Entrando in Febbraio siamo nel periodo predisposto alla pulizia e purificazione profonda: sin dall’antichità in questo mese iniziavano i rituali di pulizia e purificazione alla casa e agli ambienti di lavoro, ma soprattutto personali come cure depurative, bagni o aspersioni profumate.
Fondamentali e non trascurabili in tal senso anche i lavori di purificazione interiori, legati alla sfera più intima, lasciando andare ciò che non ci serve più e portando l’attenzione su cosa invece vogliamo migliorare e potenziare in noi, come talenti e caratteristiche: è anche la festa dei talenti da manifestare.
E’ chiaramente una energia molto femminile che manifesta la grazia, ma soprattutto il potere della donna in grado di dare la vita.
Per entrare al meglio nell’energia rinnovatrice di Imbolc si può pulire casa lavando i pavimenti con il sale, come si possono fare anche bagni caldi con sali profumati per se stessi.
Facciamo entrare più luce negli ambienti dove viviamo, lasciando aperte le tende e magari diamo via oggetti che non utilizziamo più, così creiamo posto per qualcosa di nuovo in attesa della primavera.
Sono giorni importanti questi, in cui si può approfittare di entrare in contatto con la nostra parte più profonda e fare in modo che i semi piantati idealmente a Natale e fine anno, sotto forma di desideri e propositi, vengano presto alla Luce.
Imbolc tradotto significa “nel grembo” ed è un’immagine bellissima del parto interiore che si sta per compiere per manifestarlo nella nostra realtà, per cui facciamo in modo che dal nostro grembo emerga la parte di noi che vogliamo portare nel mondo, ma che non abbiamo il coraggio di mostrare.
Vedete, sin dall’antichità si approfittava del simbolismo stagionale per lavorare su di sè, affidandosi ad uno dei principi alchemici di Ermete Trismegisto che è “come è dentro così è fuori”.
Per evolvere e migliorare la qualità della nostra vita abbiamo sempre da lavorare su noi stessi, che è proprio un lavoro di forgiatura alchemica, che è protetto e promosso dalla dea norreno-celtica Brigit, non a caso patrona dei fabbri, degli artigiani e dei gioiellieri, attività professionali ritenute magiche in cui il lavoro con il fuoco e la luce sono fondamentali.
Aggiungo che Brigit è conosciuta anche come la protettrice della magia druidica legata alla guarigione con le acque e lo testimoniano le numerose “sorgenti di Brigit”, molto diffuse in diverse isole Britanniche con grandi proprietà guaritrici: l’acqua diventa strumento di purificazione-guarigione insieme al fuoco.
Come la dea della Luce suggerisce quindi ripuliamoci e forgiamoci con la consapevolezza che la primavera è vicina e che i tutti i nostri sforzi saranno premiati sicuramente!

Ostara-Equinozio di Primavera 21 marzo: simbologia e significato

Il 21 marzo si celebra il ritorno alla vita con la rinascita della natura, rappresentata dalla risalita della Dea, conosciuta da greci e romani come la giovane Persefone o Proserpina, dagli Inferi.
Si da inizio alla stagione primaverile che anticamente, specie nel paganesimo dell’area mediterranea, veniva celebrata con una festa per propiziare la fertilità della terra.
Il ritorno alla bella stagione e il rinnovarsi della natura coincide anche con l’Equinozio di Primavera che rappresenta il simbolismo cosmico del momento dell’unione che si ricollega al tema delle nozze sacre fra una divinità Maschile e solare ed una Femminile, legata alla Terra o alla luna: in sintesi il Dio Sole si congiunge alla Giovane Dea Terra.
Le antiche popolazioni usavano accendere fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, più a lungo questi rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. Si irrigavano anche i campi. I sacerdoti Druidi invece, volendo sfruttare l’esatta durata tra le ore solari e quelle notturne, si apprestavano a celebrare i loro Riti.

I simboli di questo giorno
Molti dei simboli che troviamo uniti alla felice consuetudine della celebrazione, sono stati Questi simboli, e la felice consuetudine della festa e della celebrazione, al momento dell’Equinozio di Primavera, sono stati adottati dal cristianesimo che ha usato gli stessi simboli per la Pasqua.
Il nome della festività Ostara o Eastre proviene dalla dea nordica – che per gli inglesi è diventata Pasqua, Easter – ed è una divinità legata per similitudine alla Venere latina e ad Afrodite greca.
A questa Dea è sacra la lepre perchè un mito racconta di come ella avesse trasformato un uccello in lepre per salvarlo dal freddo inverno e che, seppur trasformato in mammifero, avesse deposto un uovo, simbolo della nuova vita, come ringraziamento alla Dea. La Lepre è comunque associata alla fertilità in moltissime culture: in Grecia era sacra alla Dea Afrodite e a suo figlio Eros ed era l’animale più adatto da sacrificare in onore della Dea, perché incredibilmente fertile.
La Lepre è rimasta nella simbologia della pasqua, così come sono rimasti l’uovo, che in moltissime mitologie e tradizioni è il principio da cui tutto ha origine e vita e la colomba (inteso come l’uccello che subisce la trasformazione) che ritroviamo nella Pasqua cristiana. Altro simbolismo per le uova: il tuorlo rappresenta il Dio Sole inglobato nel guscio bianco che è la Dea Bianca, nell’unione per la rinascita.
La pianta pianta sacra dell’Equinozio di Primavera è il trifoglio, che nella cultura celtica è associato al triskell e alla ruota sacra a quattro braccia.
Essendo questo giorno uno dei Sabbat maggiori per le culture pagane, è caratterizzato dall’equilibrio tra luce e oscurità e quindi simbolizza – come già detto – le nozze fra cielo e terra e lo si può rappresentare con una candela nera e una bianca, oppure con il simbolo del Tao o ancora con una statua del Dio e della Dea abbracciati.

L’Equinozio di Primavera pone a livello profondo, per la prima volta nell’anno, l’Io (se stessi) di fronte all’Altro. Questo è il momento, per chi pratica la crescita personale e spirituale, in cui dovremmo assistere ad un nuovo inizio. Ed è così, infatti.

Con Samhain (Halloween) e Yule (Natale), lo scopo principale era quello di soddisfare bisogni legati all’aspetto materiale, ossia la “fame” compreso un bisogno o desiderio da esaudire.
Diciamo che con l’autunno, inizia più un lavoro sotterraneo a livello spirituale di preparazione che porta alla grande Purificazione che avviene ad Imbolc, il cui scopo fondante è quello di eliminare il dolore inconscio legato ai ricordi, con un’opera di purificazione che si ripete ed approfondisce anno per anno e che permette di liberarsi degli schemi di comportamento sbagliati, ricostruendone di nuovi.

Invece la fase che va da Imbolc ad Ostara e quella successiva, è caratterizzata da una crescente consapevolezza nel desiderio di sperimentare nuove strade da esplorare, di rinnovata voglia di vivere. E’ grazie all’esplosione delle forze primaverili che avviene l’incontro con l’altro per accoglierlo nel nostro Io.
Una volta usciti e liberati dal dolore inconscio, processo avvenuto ad Imbolc, sono venuti cadere i nostri schemi di chiusura, di eccessiva difesa, di mancanza di socialità, permettendoci di stringere legami più profondi con gli altri e di essere più disponibili, fino ad arrivare addirittura ad affinare le nostre percezioni extrasensoriali entrando in connessione con loro.

Ciò avviene grazie all’apertura del Portale dell’Amore che necessita sia il dover accettare che il farsi accettare da un’altra persona, cosa non da poco.
Per continuare a crescere è necessario il confronto concreto con gli altri, accettando e ricambiando l’amore di un altro essere umano.
Questo periodo è molto carico di inviti agli istinti sessuali che spingono al soddisfacimento del proprio ego. Solo in pochi riescono a rinunciare al proprio egoismo, per cui se non si è fatto un vero percorso evolutivo si rischia di non riuscire ad emergere mai da questa sfera egoica. Ecco spiegata la facilità con cui nella nostra epoca aumentano le separazioni, poiché nella coppia nessuno dei due riesce ad uscire da una visione egoistica ed egocentrica non riuscendo a staccarsi dal proprio personale punto di vista. L’Equinozio rappresenta perciò un punto cardine evolutivamente parlando, perché comporta la rinuncia necessaria dell’Io ed alla propria unicità e l’entrata o l’inizio della consapevolezza o principio di non separazione.

L’aver intrapreso o intraprendere un percorso spirituale porta sempre verso la felicità e chi riesce ad ampliare la propria consapevolezza tramite il Portale d’Amore che si apre ad Ostara ottiene sia personali soddisfazioni e benessere che il potenziamento della sensibilità, intesa a livello extrasensoriale, verso se stesso e gli altri: si colgono più facilmente sia gli eventi esterni ed altrui, mentre per se stessi si ampliano le percezioni che inducono a compiere precise azioni e scelte.

Permettiamo quindi al nuovo di entrare dal Portale d’Amore, rendendo feconda la nostra vita di abbondanza, amore e benessere.

 

BELTANE o Calendimaggio 1 maggio: il rito dell’Amore fecondo

Il 1° maggio, giorno in cui gli antichi Celti celebravano Beltane, è una festività conosciuta anche come Calendimaggio ed é il momento di massima feconditá del grembo della Dea Madre.
Il termine Beltane significa “fuoco luminoso del Dio Bel” ed è il giorno con cui incomincia la fase estiva delle attività legate alla terra ed é una delle quattro feste della Ruota Celtica dedicate al fuoco, un Sabba Maggiore.
Un tempo c’era la benedizione dei falò, appunto i fuochi di Beltane: si saltava attraverso questi falò per predire l’altezza del raccolto dai salti effettuati.
Ma con questo rito si celebra in realtà l’amore, l’attrazione, il corteggiamento, l’unione tra corpi e anime, poichè questo era il periodo in cui certi desideri si manifestavano con quelli che i nostri nonni chiamavano “febbri” o “amori” primaverili.
Si raccoglievano anche fiori per farne deliziose ghirlande e si passavano notti d’amore sotto le stelle nel bosco perchè Beltane è il tempo che i popoli Pagani dedicavano e dedicano al piacere.
E’ un periodo dell’anno in cui di solito ci si sente fisicamente in forma, è quindi il momento adatto per agire, per condurre a realizzazione le cose che ci siamo prefissati di compiere.
Questo fa sì che sia un momento propizio ai nuovi amori e alle nuove amicizie, come anche al rafforzamento delle relazioni già esistenti..
Con Beltane si celebra la forza della Vita, c’è il risveglio dell’energia della Kundalini che si manifesta in desiderio sessuale: ciò è naturale e necessario alla sopravvivenza poichè la Vita nasce sempre da una attrazione e il sesso diventa così un momento sacro in cui la terra e universo sono racchiusi nell’atto di accoglienza del dono del Dio alla Dea Madre.
A Beltane inizia la seconda parte del cammino alchemico che arriva dopo la fase detta “Solve”: stiamo entrando in quella che gli antichi chiamavano fase “Coagula”, perchè dopo aver rese fluide, rinnovate e le nostre potenzialità ora si tratta di consolidare i risultati raggiunti, per poter ambire a più elevati traguardi sia nell’ambito spirituale che in quello materiale.
Ricordiamoci che godere di tutto quello che l’universo ci dona non è peccato, ma è importante sentirsi pieni d’amore e di gratitudine per il meraviglioso dono più bello che è la Vita.
Felicità e Amore per tutti!

Litha 21 Giugno: il solstizio che celebra la vittoria della Luce

Il solstizio d’estate, o Giorno di Mezza Estate, quest’anno cade domani 21 giugno alle 5,31 ma le celebrazioni, soprattutto in Inghilterra dove è molto sentito – specie a Stonehenge – iniziano già da questa sera.
Quest’anno il solstizio sarà molto importante, in quanto si tratta di rinascita a tutto tondo: lo spirito della celebrazione è proprio questo.
Avendo molta affinità con la ritualità Celtica e pagana, non posso esimermi dal sentore profondamente questo giorno che reputo davvero magico.
Dovete sapere che nel mondo pagano i riti legati alle stagionalità avevano grande importanza, poiché per l’uomo erano il tramite per entrare in contatto diretto con Dio e la Natura: Cielo e Terra, Padre e Madre, Maschile e Femminile.
Per tante ragioni nel cattolicesimo sono state importate le date importanti del calendario stagionale pagano entrando così a far parte della nostra più antica tradizione, tipo Natale, Pasqua,Ferragosto, etc., anche se molti riti si sono evoluti e cambiati.
Il termine nordico con cui viene chiamato questo giorno del solstizio è Litha, ed è uno dei 4 sabbat minori della Ruota dell’Anno, ma è detto anche Alban Hermin (luce della riva). E’ un momento molto particolare e importante in tante tradizioni religiose e le celebrazioni solitamente iniziano alla mezzanotte del 20 Giugno e continuano fino al 25, periodo in cui il Sole raggiunge l’apice della sua iperbole.
Da questo momento in poi però inizierà la sua fase discendente, dando inizio ad una nuova fase che va verso il buio dell’inverno. Le forze della natura saranno ancora al lavoro, ma la loro opera rallenterà ogni giorno pian piano.
E’ il giorno più lungo dell’anno, quello in cui sole è alla sua più alta potenza.
Come Samhain (conosciuto come Halloween), Litha è il giorno in cui i confini tra i mondi si assottigliano e si possono avere singolari esperienze, però le sue qualità sono al contrario di Samhain, cioè le cose sono spesso ribaltate o confuse.
Questo è il periodo in cui la Dea è Madre, incinta, come la Terra è piena del prossimo raccolto, ed il Sole suo compagno, splende in tutta la sua gloria.
E’ proprio questo il punto dello Zodiaco in cui avvengono le nozze cosmiche tra Il Fuoco del Sole (il Dio) e l’Acqua della Luna (la Dea), rappresentata dal segno del Cancro: Sole e Luna, i due luminari del cielo che si fondono in un magico incontro.
Grazie a questa “luce” i giorni che vanno da Litha alla notte di San Giovanni sono sempre stati considerati particolarmente propizi alla magia e alla divinazione…
Infatti esistono molte tradizioni magiche legate a questa notte che i Druidi scelgono per raccogliere le piante magiche, che una volta seccate vengono utilizzate in inverno, tipo la felce, erba portafortuna e magica, che pare conferisca invisibilità: si racconta che sbocci proprio a Litha e che vada colta proprio in questa notte.
Ovviamente qualsiasi pianta colta la notte di Litha si dice sia magicamente più efficace.
Essendo la festa dell’amore e della sessualità, intesa come ierogamia, cioè unione del maschile e femminile sacro, a Litha si fanno molti riti legati all’amore e alla prosperità, tipo una ghirlanda di fiori ed erbe può essere messa sulla porta di casa, miscelata a piume gialle per la prosperità e piume rosse per la sessualità. In passato gli amanti si stringevano le mani su un falò, si spargevano fiori gli uni sugli altri e saltavano sul fuoco assieme.
Chi invece cercava l’amore aveva a disposizione tanti metodi di divinazione, tra cui uova e lettura dell’acqua e piombo.
Però per maggiori dettagli sui riti bisogna attendere il 23 giugno, che nella tradizione stregonesca popolare italiana è il giorno dedicato alle streghe ma anche a San Giovanni Battista, patrono dell’amicizia e della fedeltà. Secondo la leggenda, S. Giovanni (detto anche Decollato) è patrono dell’amore casto (con intenzioni cioè finalizzate alla coppia) e dell’amore coniugale, per questo a lui si rivolgevano le ragazze in età da marito per propiziarne l’arrivo.

Intanto vi auguro felice Litha e buon solstizio d’estate!!

 

Lammas o Lughnasadh – 1 Agosto: Pane e morte, sabbat celtico della trasformazione

I Celti il 1° agosto celebravano questo sabbat detto maggiore dandogli il nome di Lughnasadh (termine gaelico che vuol dire proprio “primo di agosto) o Lammas, che nel folklore britannico vuol dire “messa della pagnotta”, legato alle offerte propiziatorie di pane preparato con il primo raccolto. E’ un giorno in cui si propizia l’abbondanza per i mesi a venire.
Ho sempre trovato molto affascinante che i Celti, come buona parte delle antiche popolazioni precristiane, dessero un enorme valore alla ritualità, con queste celebrazioni dette sabbat o sabba, legate a Madre Terra, a cui mettevano una cadenza di circa 43 gg tra una celebrazione e l’altra.
In questi 8 riti, che includevano le 4 celebrazioni dei solstizi e degli equinozi, venivano fatte offerte a divinità varie le quali davano anche il nome alle celebrazioni stesse, venivano onorati Sole e Luna, coinvolgendo i 4 elementi insieme allo scorrere delle stagioni, seguendone i ritmi spontanei e naturali, portando così amore ed attenzione alla Terra.
Cura particolare veniva data all’allestimento degli altari in onore delle divinità, carichi di doni e simboli.
Questa di Lughnasad, che per i Celti è una festa di fertilità, di ringraziamento per il pane, che rappresenta il primo frutto del raccolto, per Greci e Romani era la festa di Demetra e del Sole.
Ma è anche una festa di morte e rinascita. I Celti la dedicavano al dio Lugh, figlio adottivo della Dea Tailtiu, la quale perse la vita mentre preparava con passione le pianure irlandesi all’agricoltura. Dopo la sua morte, suo figlio fu incaricato di radunare le popolazioni durante il raccolto, ricordando che il corpo materiale della Dea Tailtiu era proprio la Terra, per la quale ella si era sacrificata.
In questo rituale ritroviamo sia l’unione rituale del sabbat di Beltane, delle nozze divine celebrate a maggio, sia il rituale sacrificale, in armonia con i sentimenti di morte che simboleggiano questo momento pre-autunnale: anche Lugh muore con la fine del raccolto per poi rinascere con la sua unione alla Dea.
La festa quindi ricorda il sacrificio del Dio Grano che, per dare nutrimento alla popolazione, nel suo ciclo di mietitura-morte andrà poi a rinascere sotto altra forma, come farina, pane o altro.
I celti festeggiavano questo rituale con giochi, gare e banchetti, mostrando la velocità dei propri cavalli e la forza degli uomini che si sarebbero poi dedicati al raccolto, ma, essendo Lugh il dio delle arti, si dilettavano anche in competizioni poetiche e musicali.
Il significato di questo rituale è quindi quello della propiziazione all’abbondanza, alla fertilità nelle nostre vite.
E’ un momento di riflessione e di preparazione del futuro: è una festa di trasformazione, di passaggio e ci suggerisce di riflettere sullo scorrere degli eventi, sui cambiamenti che l’esistenza di ognuno porta e di accettarli, migliorando ciò che possiamo e portando la nostra vita ad un livello più alto di creatività, per poter affrontare bene il nuovo anno di crescita che ci aspetta.

MABON 21 settembre: la forza dell’equilibrio nell’Equinozio d’Autunno

Con questo sabbat stiamo per accedere al periodo dell’anno in cui il sole comincia la sua discesa verso il buio. Per la ruota-calendario celtico è chiamato Mabon ed è collegato all’Equinozio d’Autunno.
Questa è una celebrazione che ha subito diverse modificazioni nel corso del tempo, ma pare trovi origine nell’Età del Ferro ed era dedicata alla Dea Maeve (in antico Gaelico Méabh).
Viene ritualizzato orientativamente dal 21 al 29 settembre ed un tempo veniva chiamato anche Michaelmas (o Michael Supremo), perchè questo periodo è dedicato all’arcangelo di fuoco che viene festeggiato alla fine del mese.
In seguito i Galli inserirono questa festa nelle loro celebrazioni stagionali associandola all’Equinozio d’Autunno, probabilmente sotto l’influenza dei Greci che celebravano in questo mese i Misteri Eleusini.
Come tutti i sabbat (così si definiscono le 8 festività stagionali, per semplificare i riti pagani) è una festa legata ai ritmi della natura e si intende come celebrazione.
Nello specifico MABON è un sabba minore, l’ultima delle feste del Raccolto, che segna anche il periodo in cui si fa la vendemmia e si produce la birra, nonchè si fa l’idromele!
Nei freddi paesi nordici è chiamato Winter Nights, ma da noi, visto il clima più mite, è ancora presto per parlare di inverno (winter).
Winter Nights è un ringraziamento vicendevole, dove la gente ringrazia per quello che ha avuto e che soprattutto avrà.
In questi giorni si fanno specifici rituali per chiedere agli Dei un buon anno.
Essendo una festa del raccolto è possibile celebrare qualsiasi divinità che richiami la fertilità e la terra, anche quelle che sono state omaggiate nelle feste precedenti.
Infatti, sono celebrati Frey e Freya – Nerthus e Njord – Sif e Thor, a questo scopo.
E’ un’occasione per celebrare la seconda parte del raccolto (come la vendemmia per esempio) ed ha un forte legame con gli equilibri (equinox) tra luce e tenebre, essendo giorno e notte di uguale durata.
Per questo motivo è, per molte persone, un momento di grande energia e a volte si avverte un senso di turbolenza nell’aria, l’impressione che ci sia qualcosa di leggermente “extra”.

Ma chi era Mabon?
Egli era il dio della giovinezza il cui nome significa letteralmente “figlio”, ovvero figlio della Grande Madre Dea Modron.
Nella mitologia gallese Mabon viene rapito e portato nell’Ade e, come Persefone, riportato alla vita e alla luce in primavera.

Con l’Equinozio (ovvero “notte uguale al giorno”) il Sole “muore”, poiché la lunghezza del buio notturno prende il sopravvento sulla luce del giorno.
Il fatto che giorno e notte abbiano la stessa lunghezza si riassume con l’immagine della Bilancia, in perfetto equilibrio. Non a caso il segno zodiacale della Bilancia entra in concomitanza con l’equinozio autunnale.

Infine l’idea di perfetto equilibrio lo ritroviamo nella carta dei Tarocchi della Giustizia, in cui possiamo ammirare in primo piano la bilancia equinoziale: e infatti si dice che “a Mabon è tempo di bilanci” e si mette *sulla bilancia* ciò che si è fatto e ciò che si deve fare per affrontare il futuro.

Approfittiamo di questo periodo per soffermiamoci a meditare per ringraziare per quanto raccolto, ricevuto e per ciò che deve ancora arrivare.